Così farà subito anche la WUKO. Ma il CIO per il riconoscimento del Karate pone subito una condizione: l’unificazione. Il CIO decide di investigare sul mondo del Karate e da un sondaggio risulta che è comunque la WUKO la maggiore organizzazione.
Sempre nel 1977 il CIO propone che il Karate diventi sport olimpico riconosciuto, anche se non parteciperà alle Olimpiadi. Lo stesso anno Tokyo ospita i Mondiali di entrambe le organizzazioni.
E’ uno dei periodi migliori per Jacques Delcourt che può contare su uno staff politico di prim’ordine del quale fa parte anche l’italiano Carlo Henke che emerge in campo tecnico ed arbitrale.
Insieme allo scozzese Tommy Morris ed al francese Max Vichet, Henke arriverà a presiedere la commissione arbitrale della EKU (più conosciuta in francese come UEK), European Karate Union, l’organizzazione europea legata alla WUKO. Sono anni di gravi crisi politiche. Basti pensare ai boicottaggi delle olimpiadi di Mosca nel 1980 e di Los Angeles nel 1984 in piena guerra fredda tra le due superpotenze dell’epoca, Stati Uniti e Unione Sovietica.
Nel 1982 a Taipei (Taiwan) si svolge il 6° Campionato del Mondo WUKO, partecipano 46 federazioni ed entrambe le sigle, WUKO e IAKF.
Poco dopo la IAKF cambia nome in ITKF, International Traditional Karate Federation, con la maggioranza di karateka di stile Shotokan e con il preciso intento di promuovere l’aspetto “tradizionale” del Karate.
Il 2 giugno 1985 il CIO accorda il riconoscimento alla WUKO ma nello stesso anno Nishiyama chiede al CIO che anche la sua organizzazione venda riconosciuta per il Karate tradizionale.
Alla fine del 1989 il CIO sollecita la WUKO a riprendere i negoziati con la ITKF per raggiungere l’unificazione entro il 1990 ma ogni contatto non porterà a alcun risultato. Lettere, petizioni e quant’altro arrivano al CIO da parte delle due organizzazioni con il solo risultato di ottenere il rinvio della data per l’unificazione.
L’11 dicembre 1992 il direttore generale del CIO François Carrard si incontra con una delegazione della WUKO formata da Jacqus Delcourt e dal tedesco Fritz Wendland – che diventerà poi per breve tempo vice presidente della WKF – e durante la riunione si propone che la nuova federazione mondiale del karate unificato prenda il nome di WKF, World Karate Federation. Entrambe le federazioni avrebbero dovuto sciogliersi e confluire nella struttura unificata.
Delcourt, giocando d’anticipo, scioglie la WUKO cambiando il nome in WKF, mantenendo struttura e statuto. Nishiyama denuncia al CIO lo stato delle cose, rivendicando il diritto della ITKF di fare parte della WKF. Si moltiplicano gli incontri, le riunioni, le delegazioni, i protocolli d’intesa, ma le due organizzazioni non riescono a trovare un accordo.
Nel 1995 muore Sasakawa alla veneranda età di 96 anni.
L’anno seguente un nuovo personaggio entra nel panorama del Karate mondiale: il multimiliardario giapponese Kunio Tatsuno, che in breve tempo crea una organizzazione per la promozione del Karate olimpico, la World Promotion Karate Foundation, con il preciso intento di unificare gli interessi della WKF di Delcourt e della ITKF di Nishiyama.
Sebbene tutti sappiano che la sua fortuna nasca dalla appartenenza ad una delle numerose società mafiose degli Yakuza giapponesi, si riconosce in Tatsuno l’unico personaggio in grado di portare finalmente a termine la tanto agognata riunificazione. Nel maggio del 1996, su iniziativa di Carlo Henke, viene fondata a Francoforte (Germania) la WKC, World Karate Confederation. La nuova organizzazione trova subito la collaborazione di Fritz Wendland – precedentemente escluso dall’esecutivo della WKF – e di molti altri personaggi storici del karate (tra questi il principe HRH Adan Czartoryski Borbon, cugino del re di Spagna) rimasti delusi da questa storia infinita e soprattutto dall’atteggiamento dei dirigenti di WKF e ITKF volto a tutelare i soli interessi personali.
Nello stesso anno a Osaka, sotto la direzione di Tatsuno, viene firmato un protocollo tra Delcourt e Nishiyama. L’unificazione sembra vicina, ma all’interno della WKF esiste una linea molto dura nei confronti della ITKF espressa dallo spagnolo Antonio Espinos, vicepresidente.
Nel 1997 la WKC, con presidente Fritz Wendland e vicepresidente Carlo Henke, organizza in Italia, ad Arezzo, il 1° Campionato del Mondo. La competizione riscuote un notevole successo anche perché lo statuto della WKC – a differenza di quelli WKF e ITKF – consente l’affiliazione a più federazioni di una stessa nazione. Il campionato vedrà la partecipazione di 245 atleti in rappresentanza di 22 federazioni.
La figura di Delcourt tramonta l’anno seguente e con lui anche le prospettive di unificazione. Su pressione del CIO viene eletto presidente della WKF Antonio Espinos. La ITKF viene presto dimenticata mentre la WKC non si interessa dei Giochi Olimpici.
Nel maggio del 1999 Kunio Tatsuno viene assassinato dalla mafia giapponese.
Nel 2000 a Sydney la WKF prende ufficialmente parte alla riunione del CIO come federazione riconosciuta, ma l’8 luglio 2005 ancora una volta il CIO boccia l’entrata del Karate tra le discipline olimpiche di Pechino 2008. Del Karate alle olimpiadi se ne potrà forse riparlare solo nel 2012.
Nel frattempo la WKC cresce. Vengono organizzati i Campionati Europei a Bratislava (Slovacchia), Cluj Napoca (Romania), St. Polten (Austria), Caorle (Italia) e i Campionati Mondiali a Bochum (Germania), Aberdeen (Scozia), San Pietroburgo (Russia).
Nel 2005 risultano affiliate alla WKC 84 federazioni e viene assegnato l’ultimo Campionato del Mondo in Brasile, a Fortaleza. Ma proprio qualche mese prima dell’evento la WKC si spacca in due: da una parte Fritz Wendland preoccupato di perdere il potere di fronte alle contestazioni subite dalla maggioranza delle nazioni aderenti, dall’altra i due vicepresidenti Carlo Henke – diventato nel frattempo Chairman, ovvero presidente esecutivo – e l’argentino Nestor Parreño che chiedevano una WKC più democratica e più attenta alle richieste dei paesi affiliati.
La rottura si consuma quando Wendland, ormai in minoranza nel Consiglio Direttivo, si rifiuta di presentare i conti al nuovo tesoriere e, in palese contrasto con lo statuto, indice un congresso alternativo a quello già fissato a Fortaleza in occasione del 5° Campionato Mondiale. A Belgrado (Serbia) ha luogo il congresso voluto da Wendland che si dimette ma mantiene il titolo di “Founding President”.
Al suo posto viene eletto il serbo Marko Nicovic, che come prima mossa intima alla federazione brasiliana di accettare incondizionatamente le disposizioni del nuovo direttivo fantasma WKC eletto a Belgrado. Il Presidente brasiliano, sostenuto anche dalle autorità del suo paese, si rifiuta e il Campionato Mondiale ha luogo come previsto sotto la direzione di Carlo Henke – che in qualità di Chairman assume la momentanea presidenza – e Nestor Parreño. Wendland e Nicovic tentano in tutti i modi di boicottare il campionato che risulterà invece un successo con la partecipazione di 301 atleti e 24 federazioni.
Al congresso di Fortaleza Carlo Henke decide di lasciare il suo incarico e viene eletto presidente WKC il brasiliano Osvaldo Messias de Oliveira. Ma la decisione più importante verte sulla spaccatura creatasi all’interno della WKC: due organizzazioni e due presidenti con la stessa sigla. La dirigenza legale con a capo Messias de Oliveira decide comunque di denunciare alle autorità giudiziarie il consiglio direttivo eletto illegalmente a Belgrado ma nel contempo decide di abbandonare la medesima sigla e di rifondare la WUKO, World Union Karate-do Organizations, la mitica federazione mondiale nata nel 1970 e sciolta nel 1992. Carlo Henke viene nominato Presidente Onorario a vita.
La WUKO, per problemi legali con la WKF, cambiò il suo nome prima in WUKO&AD (World United Karate Organization & Associated Disciplines) e successivamente in WKMO (World Karate Martial Arts Organization).
Oggi le scene mondiali sono in pratica dominate da alcune principali organizzazioni: la WKF, riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, la WKMO, la WKC e la WUKF, oltre a tante altre organizzazioni minori.
All’inizio del 2014 il M° Sean Henke diventa Chairman della WUKO&AD e qualche mese dopo a Losanna, in Svizzera, firma il protocollo d’intesa con le principali organizzazioni mondiali per la fondazione della UWK (United World Karate) la nuova organizzazione mondiale che avrà come scopo la riunificazione del Karate nel mondo attraverso la divisione in tre settori: Generale, Tradizionale e Contatto. Nel 2018 diventa Segretario Generale della WKMO.